In occasione del Giubileo dei lavoratori e degli imprenditori (tenutosi il 4 e 5 maggio scorsi), vogliamo raccontare ancora una volta una storia di coraggio, visione e inclusione concreta: quella dell’impresa sociale BreakCotto, nata da un’intuizione di don Andrea Bonsignori, direttore del Cottolengo.
BreakCotto è un’azienda vera, con clienti importanti e un’attività in costante crescita. Ma la sua particolarità sta nella scelta forte e radicale che la anima: inserire al lavoro persone con autismo, non per assistenza, ma per valorizzazione delle competenze, con contratti veri, stipendi e opportunità di crescita.
Oggi BreakCotto conta 16 dipendenti con disabilità, oltre 100 persone in formazione, e ha servito il caffè al G7 in Umbria, cucinato alla mensa del Papa e raccontato la propria esperienza alle Nazioni Unite.
Ma soprattutto ha dato a tanti una prospettiva concreta di futuro. «Il lavoro non è solo reddito. È identità, speranza, dignità» spiega don Andrea. «E nessuno dovrebbe restarne escluso». Dietro ogni successo, però, ci sono ancora ostacoli da superare: pregiudizi, burocrazia, vincoli normativi che rischiano di frenare percorsi virtuosi. Don Andrea lancia un appello: «Chi dimostra che lavorare con la disabilità è possibile, sostenibile e giusto, dovrebbe poterlo fare senza dover chiedere il permesso».
BreakCotto non chiede compassione né riconoscimenti. Cerca solo alleati e opportunità per continuare a dimostrare che l’inclusione è un valore che fa bene a tutti.
